
Il 5 marzo 1943 nasceva Lucio Battisti, il più celebre cantautore della nostra terra – nativo del bellissimo borgo di Poggio Bustone.
Ci avviciniamo a questo ottantesimo compleanno, con un cammino in più atti – che ci approssima al cuore della straordinaria esperienza artistica di Battisti; a partire dal gennaio 1968, esattamente cinquantacinque anni or sono – quando fu invitato da Renzo Arbore e Gianni Boncompagni a Bandiera Gialla, nella sua prima apparizione radiofonica, in onda sul Secondo Canale RAI: cantò Il Vento, canzone scritta per i Dik Dik. La registrazione è tuttora inedita.
La trasmissione radiofonica, in onda nella seconda metà degli anni sessanta (dal 16 ottobre 1965 al 9 maggio 1970) costituì un elemento di svolta nella programmazione RAI – ove, nel regime di monopolio ancora lontanissimo dall’insorgere delle emittenti private, fu aperto un varco epocale alla musica beat e pop – innanzi tutto alle produzioni anglo-americane, ma anche alle voci e al sound più innovativo del panorama italiano.
Bandiera Gialla era effettivamente dedicata alle novità mondiali della musica, e destinata a un pubblico assolutamente giovane – come recitava lo slogan di apertura:
«… a tutti i maggiori degli anni 18, a tutti i maggiori degli anni 18, questo programma è rigorosamente riservato ai giovanissimi …».
Su questo palcoscenico-radio – oltre a Battisti, venticinquenne – esordirono nomi successivamente noti della musica e dello spettacolo: da Giancarlo Magalli a Roberto D’Agostino, da Loredana Bertè a Renato Zero … e costituisce una sorta di spartiacque nella biografia artistica di Lucio Battisti, fra il tempo delle origini e della formazione, alla definitiva consacrazione – alla notorietà al successo.
La scoperta di Battisti da parte di Arbore & Boncompagni infatti, costituì un’occasione di lancio – il riconoscimento della originalità e del singolare talento del cantautore di Poggio Bustone: il riconoscimento del suo diritto di cittadinanza nel nuovo mondo futuro, non soltanto della musica – ma del costume, dei rivolgimenti sociali che la stagione incombente del Sessantotto reclamava ed esprimeva, anche attraverso le modalità inedite dell’espressione artistica e canora.
Prima di Bandiera Gialla, nei primi anni sessanta: Battisti entrò come chitarrista nel gruppo Gli Svitati; poi, nell’autunno del 1962 – all’età di 19 anni, visse una breve esperienza musicale a Napoli, con il gruppo de I Mattatori. Successivamente passò al gruppo de I Satiri, a Roma – impegnato spesso nel celebre Night La Cabala – tempio della vita notturna capitolina fino agli anni novanta almeno, ricavato nella più antica locanda tuttora attiva a Roma – presso il quattrocentesco Albergo dell’Orso.
Nello stesso locale si esibiva il gruppo de I Campioni, guidato da Roby Matano – che offrì a Battisti il ruolo di chitarrista: in tale veste il ragazzo di Poggio Bustone si trasferì quindi a Milano, luogo principale dell’attività musicale dei Campioni; partecipando al mondo gravitante presso il Club Santa Tecla, allora punto di ritrovo del jazz e della nascente musica rock italiana.
Roby Matano rivendicò più volte la scoperta del talento di Lucio Battisti, e la spinta a scrivere canzoni: nacquero primi testi e musica di Battisti, assieme a testi scritti da Matano – poi-anche rimaneggiati da Battisti sulla base di nuovi testi di Mogol – come Non chiederò la carità, poi divenuto Mi ritorni in mente. Mentre l’appuntamento con Mogol (nome d’arte di Giulio Rapetti) avvenne grazie a Christine Leroux, editrice musicale di origine francese arrivata a Milano negli anni sessanta, contitolare delle edizioni El & Chris; e acuta ricercatrice di talenti per la casa discografica Ricordi.
L’inizio della collaborazione fra Mogol e Battisti è datato all’ultimo scorcio del 1965 – inizialmente assieme «non per scrivere canzoni ma per fare degli esperimenti» …
… poi, già nel 1966, fu lo stesso Mogol a forzare Battisti – scettico sulle proprie doti vocali, perché cantasse egli stesso le sue canzoni, anziché limitarsi ad affidarle ad altri: «i tuoi provini sono sempre più belli delle versioni degli altri».
Al tempo stesso, Mogol superò le resistenze della Casa discografica Ricordi – stanti le perplessità sulla particolare vocalità del cantante.
Sempre nel 1966, il brano Adesso sì, composto da Battisti, fu presentato al Festival di Sanremo dall’esordiente Sergio Endrigo. Mentre dal primo 45 giri – Dolce di giorno/Per una lira (che non trovò alcun favore di vendite), fu estratta la canzone poi portata al successo dai Dik Dik – il gruppo che avrebbe accompagnato Battisti due anni dopo, nell’esperienza di Bandiera Gialla.
“Nello stesso anno, durante una permanenza di una settimana a Londra con Mogol (che nell’occasione si incontrò con Bob Dylan), Battisti fu avvicinato dai produttori dei Beatles attraverso Paul McCartney (che successivamente si sarebbe rivelato un estimatore della musica di Battisti): erano pronti a investire su di lui per lanciarlo nel mercato americano, ma Battisti rinunciò perché gli pareva eccessivo che i produttori si tenessero il 25%”.
Nel 1967 Mogol-Battisti composero il primo brano rilevante del loro sodalizio – 29 settembre, interpretato da Equipe 84, più volte trasmesso nel programma Bandiera Gialla – espressione effettivamente-già innovativa nel panorama italiano della musica leggera, fra beat e psichedelia, classificatosi al primo posto nella hit parade nazionale.
Era posta così la premessa alla successiva personale-diretta partecipazione di Battisti a Bandiera Gialla, del gennaio 1968, da cui ha preso le mosse questa breve “narrazione degli esordi” …
… cui seguì poi, nel fatidico 1968 (nel tempo ove si scardinava il vecchio mondo, in una complessa infinita proiezione verso il nuovo), Balla Linda – di cui fu autore ed interprete; con cui partecipò al Cantagiro 1968, ed entrò nella hit parade italiana; e con cui ottenne (grazie alla versione in lingua inglese, eseguita dai The Grass Roots) un primo grande successo anche negli Stati Uniti, inizio della risonanza internazionale della sua musica.
Era aperta così la via al successo, per “il ragazzo delle nostre parti”; in questi giorni del gennaio 1968.
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