Il tartufo, l’oro nero della Sabina
A cura di Anna Rita Pentuzzi

Sabina terra di tartufi. Rieti e la sua provincia offrono una grande quantità di tartufi, soprattutto Neri, grazie ai fitti boschi che creano la cornice ideale per la proliferazione di questo fungo pregiato che molti, sbagliando, considerano un tubero. In particolare, le aree più frequentate dai tartufari sono quelle di Leonessa e il Terminillo, la zona dei Monti Sabini, la Valle del Salto e quella del Turano.

Se lo comprate direttamente dal tartufaro, sarà presumibilmente sporco e con residui di terra. Rimandatene la pulizia al momento del consumo perché la terra lo protegge favorendone la conservazione. Intanto, riponetelo in un barattolo di vetro ben chiuso, avvolto in carta assorbente che dovrà essere cambiata ogni due giorni circa. Prima del consumo lavatelo sotto acqua corrente o strofinatelo con uno con uno spazzolino e, infine, grattugiatelo sul la vostra pietanza preferita perché il tartufo, oltre che sulla pasta, sta bene anche su fagioli, uova e carne e formaggi.

Se volete farvene una scorpacciata non mancate, a luglio, la Sagra del Tartufo di San Martino di Petrella Salto e quella di Colli sul Velino. Solitamente agostana è invece la sagra di Stipes, una frazione di Ascrea, che molti reatini considerano la casa del tartufo.

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