Avendone già accennato, può essere interessante un riferimento alla complessità dell’albero genealogico degli Orsini, limitandoci ai rami della presente narrazione e alla mera esposizione dei dati in possesso senza gli approfondimenti che lascio volentieri agli studiosi di araldica.
Ebbene, il padre del ricordato Vicino fu Gian Corrado Orsini del ramo di Castello che sposò Clarice Orsini del ramo di Monterotondo, figlia del cardinale Franciotto Orsini e Violante Orsini. Su questa vicenda e su alcuni punti incerti dell’albero genealogico degli Orsini di Bomarzo ha fatto luce il citato architetto Fagliari avvalendosi anche degli archivi familiari di Los Angeles. Ma possiamo ancora aggiungere, rimanendo sul territorio e in ambito Orsini, che Castel San Pietro fu donato nel 1450 da Francesco Orsini, duca di Gravina e prefetto di Roma dal 1433 al 1455, a Jacopo e Maddalena Orsini di Monterotondo genitori di altra Clarice Orsini che sposò Lorenzo il Magnifico e fu madre di Papa Leone X cui si riferisce la famosa “Tota Sabina civitas“.
Quanto alla rappresentazione di Castel San Pietro nelle opere di Pietro Brill, in tempi recenti viene sostenuto che trattasi invece del castello di Antuni nella valle del Turano per commissione della famiglia Mattei che acquistarono Castel San Pietro nel 1599 e che avevano già acquistato nel 1583 Antuni, venduto poi ai Lante della Rovere nel 1676. D’altra parte l’arch. Enzo Pinci ha ipotizzato in tempi recenti che il Caravaggio, il quale fu ospite dei Mattei nel detto castello, abbia voluto inserire in omaggio il palazzo nello sfondo del “Sacrificio di Isacco” che si trova agli Uffizi.
Quanti altri castelli ebbero gli Orsini in Sabina, quante altre infinite storie tra Papi, Cardinali, Vescovi e alta nobiltà?
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