La Turchesa, la patata risorta
A cura di Anna Rita Pentuzzi

La patata turchesa deve il suo nome al colore della buccia oppure, più probabilmente, all’origine straniera (turchesa, turca). Si tratta di un tubero tipico della Sabina che, fino a due decenni fa, sopravviveva solo nei ricordi degli anziani. Nel 2002 poi fu avviato un progetto di recupero: i 33 tuberi sopravvissuti, grazie alla scienza, sono stati moltiplicati in laboratorio, ottenendo 10.000 mini patate da piantare

La Turchesa viene coltivata a più di 1000 metri di altitudine nei territori del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in campi esposti al vento che rendono più difficile l’attacco dei parassiti e si raccoglie tra settembre e ottobre Il prodotto finale è inconfondibile: la buccia esterna è caratterizzata dal colore viola, mentre la pasta interna è bianca. 

In cucina il metodo di cottura che valorizza di più la Turchesa è senza dubbio quello lento sotto la brace, ma la sua consistenza la rende adatta a ogni cottura. Comunque, qualunque metodo decidiate di adottare, vi consigliamo di farlo sempre mantenendo la buccia, dove si concentra la maggior parte delle sostanze nutritive.

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