Le mele di Amatrice: è il clima rigido a farle così dolci
A cura di Anna Rita Pentuzzi

È il clima, si dice, a conferire il sapore caratteristico alle mele di Amatrice. Il freddo di questo lembo di Sabina, a 1000 metri di altitudine, pare sia il responsabile della gradazione zuccherina superiore a quella delle altre parti d’Italia. 

Le mele di Amatrice non sono molte. Il disciplinare di produzione tratteggia tutte le caratteristiche del prodotto e delle modalità di coltivazione affinché le mele possano fregiarsi del marchio a Denominazione Comunale, emanato dal Comune sabini, che comporta una resa inferiore rispetto alla media nazionale. E la raccolta avviene alla piena maturazione del frutto e che può arrivare fino al mese di luglio. Perfino il letame usato come fertilizzante deve provenire dagli allevamenti di zona mentre le piante della zona sono naturalmente difese dal clima freddo del luogo, che limita l’insorgere di patologie tipiche di altitudini inferiori.

Un vero toccasana, da gustare da sole, in abbinamento ad altra frutta di stagione in una colorata macedonia, o in accostamenti più sofisticati con i formaggi locali. Assolutamente da provare sono gli abbinamenti più insoliti, per esempio, delle mele con le carni bianche, o in un delicatissimo risotto. L’alto tenore zuccherino delle mele di Amatrice le rende poi perfette per la preparazione di confetture, marmellate, composte, frullati e centrifugati.

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