
Negli anni del secondo quarto dell’Ottocento, il Buongoverno pontificio intraprendeva progetti e iniziative per l’organizzazione dell’economia, dei collegamenti viari e ferroviari, degli spettacoli. La Delegazione di III classe avrebbe avviato la fondazione di una Cassa di Risparmio, la progettazione di una linea ferroviaria che passando per Rieti avrebbe collegato la capitale dello Stato Pontificio ai principali centri umbri e marchigiani fino a raggiungere Bologna, la costruzione del teatro in muratura, ormai inagibile il vecchio Teatro dei Condomini dalle strutture in legno. La breve stagione della Repubblica Romana consigliò a papa Pio IX l’accorpamento di cinque Legazioni. Perugia fu il capoluogo, insieme con Rieti e Spoleto. Ormai, il 23 settembre 1860 il Regio Commissario per la Provincia di Rieti Oreste Biancoli otteneva la consultazione plebiscitaria che nel novembre successivo decretò l’annessione del Regno. Nel 1865 il Comune istituì una commissione ferroviaria: erano membri Giuliano Bandini, Tullio Catalani, Filippo Dupré, Ludovico Petrini, Basilio Sisti, Pietro Vincentini che individuò in vocabolo Micioccoli un terreno distante dalla città di ponta Conca per la costruzione della stazione, essendo «addimostrato essere di nocimento, anziché di giovamento l’immediato contatto delle stazioni alle città». Ma nel 1881 prevalse l’ipotesi avanzata dall’ingegnere Emilio Mantegazza, progettista della rete, che impegnava l’area immediatamente a ridosso delle mura. Abbattuto dunque un cospicuo tratto della cinta muraria, fu delimitata l’area del piazzale esterno più tardi attrezzato a verde pubblico e fu eretto l’edificio della stazione ferroviaria, solennemente inaugurata dal ministro dei trasporti S.E. Francesco Genala il 28 ottobre 1883. Così il canonico Paolo de Sanctis, vescovo di Poggio Mirteto dal 1888 al 1896, descriveva nel suo diario i festeggiamenti per l’inaugurazione della linea ferroviaria, annotando a margine del Registro del Seminario:
«Il 14 ottobre (domenica) alle ore undici antim: venne dalla parte di Terni alla Stazione di Rieti la prima Macchina a vapore con altri carrozzoni carichi di materiale per compire la Ferrovia; la quale fu aperta pei passeggieri la mattina del 30 Ottobre. Il giorno però 28 (domenica) avvenne la prima Corsa Regolare da Roma all’Aquila onorata dal Ministro dei Lavori Pubblici Sig. Genala, e da moltissimi distinti personaggi in due treni, il primo dei quali col Ministro giunse a Rieti alle 2 pom.; il secondo alle 2 3/4 . Il ricevimento della popolazione fu assai festoso; la Giunta però Municipale volle dare ai convenuti un trattamento di rinfreschi dentro la chiesa di S. Agostino, il che fu profanazione convenevolezza, ed empietà che stomacò tutti. Oh! che gente regge la città!».
Non è una nota di colore, ma un documento storico significativo: basti pensare che nel corso del XX secolo la stazione e la ferrovia hanno segnato in maniena indelebile i quartieri di viale Morroni e viale dei Flavi con i villini borghesi e con gli edifici impiegatizi dell’Incis, il primo nucleo industriale dello Zuccherificio e della Supertessile, gli edifici scolastici dell’ingegnere Angelo Guazzaroni ideati dal Palazzo degli Studi e del “Marconi”.
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