Tracce Alchemiche nel territorio sabino: Villerose e Rivodruti ma prima il mesozoico (Il mostro del lago del Turano) Parte prima
A cura di Maurizio Marchetti

Nel territorio sabino per tutto l’anno si organizzano eventi per celebrare Santi Patroni, ricorrenze collegate a fatti storici remoti o recenti, ma in estate, favorevoli le maggiori presenze di quanti ritornano a respirare aria nativa e di turisti, si intensificano occasioni del genere, che non è dato poter seguire tutte, anche se il nostro sito informa sulle più importanti. Interessante è anche la presentazione di pubblicazioni che in qualche modo fanno riferimento al territorio con studi di storia locale o di fantasia, sempre però con sfondo le nostre terre. Due esempi per tutti, senza voler assolutamente dare giudizi di merito, ma perché aprono a suggestioni e stimolano a “saperne di più”. Notizia dalla stampa, è stato presentato recentemente “Un Alchimista a Villecollefegato” di Luigi De Rosa e Rodolfo Pagano, che a Villerose, già Villecollefegato, è nato ed è, tra l’altro, un cultore sapiente della sua storia, mentre De Rosa, napoletano, a Villerose, come si legge in copertina, “si rifugia quando ha necessità di tranquillità e aria di montagna”. Nel genere romanzo che unisce fantasia ai margini della storia, secondo una sommaria definizione, la narrazione scorre fluida, colta e informata della storia del territorio. Il riferimento alchemico è nel c.d.  palazzetto dell’alchimista, esistente tutt’oggi, che riporta la data 1641. Vengono citati importanti testi alchemici o, comunque, di scienza naturale che il protagonista, monaco teatino, ha come riferimento per i suoi studi da medico, avendo come missione realizzare un presidio medico sanitario gratuito per le terre del Salto dove nacque. Interessanti e puntuali i riferimenti alla devozione locale di S. Anatolia e S. Filippa dei Mareri e a quanto accade alle terre di confine: “È la frontiera che spesso fa la storia dei paesi nelle terre di confine” dove gli abitanti sono tribolati tra quanto richiede il Viceré di Napoli e quanto il Papa, ma “in questo posto le radici sono forti e aiutano la gente a non precipitare nel vuoto” (p. 26). A proteggere ci si raccomanda alla Madonna del latte o a S. Sebastiano a seconda dei casi. Limitandosi a una ritenuta interessante segnalazione del libro, quanto ad altri riferimenti sabini in materia alchemica, non si può tralasciare la Porta Alchemica di Rivodutri, di cui si è molto scritto, ma per quanto studiato, come insito nella materia, simboli e messaggi rimangono avvolti dal mistero. Analogamente, per quanto concerne la più nota Porta Magica, detta anche Porta dei Cieli, nella villa dei marchesi Palombara a Piazza Vittorio a Roma, edificata nella metà del XVI secolo, che ha vari riferimenti simili. Varie altre tracce sono state evidenziate da studiosi come la lettura del dipinto sulla Crocefissione, nella chiesa di S. Croce a Borbona del sec XVI dove un alchimista, con occhiali, assisterebbe alla scena.

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