Quando con la via Salaria si giunge nella piana reatina ci si sente quasi abbracciati delle montagne circostanti, è questo un paesaggio dolce e verdeggiante. Questa piana bellissima in ogni stagione è stata inserita nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici nel 2020, non solo per la storia che l’ha vista protagonista sin da epoca romana, ma anche per l’equilibrio trovato dall’uomo nel coltivare queste terre preservandone il valore paesaggistico e la biodiversità.
La fertilità di queste terre deriva dal fatto che sono state ricavate prosciugando l’antico lago Velinus, operazione condotta dai romani nel 300 a.C. con la realizzazione della cascata delle Marmore, tutt’oggi la più alta cascata artificiale in Europa. Il prosciugamento della pianura permise di ottenere terreni molto adatti alla coltivazione dei cereali, una coltivazione che ha sempre portato risultati importanti. Proprio l’idoneità alla coltivazione del grano indusse l’agronomo Prof. Nazzareno Strampelli all’inizio del ‘900 a sperimentare su queste terre nuovi grani ibridi, che permisero di raddoppiare il raccolto per ettaro. Il prof Strampelli è stato un grande genetista ed i suoi grani si producono ancora in tutto il mondo, tra questi il famoso grano duro Senatore Cappelli.
Le coltivazioni sembrano seguire ancora oggi la centuriazione romana, con le divisioni dei terreni in grandi quadrati e rettangoli che formano un disegno multicolore nei terreni a seconda delle piante coltivate. Il fiume Velino con una forma serpeggiante attraversa la pianura prima di buttarsi nel Nera dalla Cascata delle Marmore e questa grande e veloce via d’acqua anima il paesaggio.
Queste terre hanno anche grande valenza naturalistica, infatti nella Riserva dei Laghi Lungo e Ripassottile si conserva quella parte del Lacus Velinus superstite, qui piante lacustri, pesci ed uccelli acquatici continuano nei secoli ad avere casa. Si possono effettuare visite per il bird watching utilizzando appositi capanni per l’osservazione degli uccelli migratori che si posano sulle acque dei laghi. Nella riserva si cerca anche di conservare alcune coltivazioni antiche, quali quella del guado, pianta tintoria per tingere di blu i tessuti.
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