Patriziato sabino e nobili reatini Parte 2
A cura di Maurizio Marchetti
In merito alla Nobiltà e per provare a districare in parte la complessa vicenda che si è sviluppata riguardante il territorio sabino tra periodo francese, ritorno allo Stato Pontificio e Regno d’Italia proclamato nel 1861, ma con la totale fine dello Stato Pontificio nel 1870, può essere utile quanto riportato nella pubblicazione “La nobiltà nello Stato Pontificio (documenti dell’archivio segreto della Santa Sede e del Sovrano Militare Ordine di Malta)” di Carlo Augusto Bertini Frassoni, Collegio Araldico, 1885.
Nel capitolo sulla Delegazione Apostolica di Rieti il Delegato di Rieti dà riscontro alla circolare del 14 maggio 1823, n.14055 con la quale alle città pontificie “Si domandano delucidazioni prima di emettere uno stabile sistema sull’ascrizione al Ceto Patrizio a seguito del Motu Proprio Sovrano del 6 luglio 1816”. Il riscontro pervenne da circa 90 città dello Stato Pontificio, il che secondo il Bertini Frassoni, nell’introduzione, “rivela una verità che molti ancora ignorano o fingono di ignorare e cioè che nello Stato Pontificio la nobiltà era ritornata ad esistere come classe distinta come se la Rivoluzione francese non avesse lasciato traccia alcuna!”. Ma poi interessante è quanto scrive, nel luglio del 1823, il Delegato di Rieti riscontrando la circolare citata, presentando lo Stato delle Famiglie Patrizie della città di Rieti e quello dell’intera Provincia “considerata, come è noto alla stessa eminenza Vostra, per una sola città”. Tiene, peraltro, a riferire in nota allo Stato delle Famiglie di Rieti che detta città “gode da un tempo antichissimo la prerogativa di formare Nobiltà generosa, avendo le sue famiglie dato dall’epoche più remote dei Membri al S. Collegio … addetti al sacro e insigne Ordine Gerosolimitano, e quello di S. Stefano ed altri Ordini Cavallereschi” e importanti cariche e onori anche fuori i confini. Più sommessamente e sommariamente in nota allo Stato delle Famiglie Patrizie della Provincia di Sabina scrive: “la Provincia Sabina considerata ab immemorabili per una sola città, come venne confermato con breve del Sommo Pontefice Leone X (di cui abbiamo però sopra accennato n.d.a.), venne reintegrata ai Primieri diritti e onori del Patriziato, Nobiltà e Cittadinanza con motu proprio di N.S. Papa Pio VII il 7 dicembre 1800”. Inizialmente le famiglie reintegrate con lo stesso motu proprio furono 12, nella Relazione sono indicate anche quelle successivamente reintegrate.
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