Foto 1 – Castel di Tora, cartolina d’epoca viaggiata, archivio Carlo Gregori
Altri titoli si succedono. Nell’articolo “Da Ersilia alle Sabine dei tempi moderni” viene dato il dovuto rilievo alle nostre progenitrici che, sposando i Romani a seguito del mitico “Ratto”, hanno trasferito l’alto livello del loro status riconosciuto nella società Sabina. Questo patrimonio culturale (religione, diritto e costumi) venne quindi acquisito anche dalle comunità costituitesi con le primavere sacre, contribuendo a formare il profilo identitario delle popolazioni del Centro Italia. Ma la donna Sabina ha mantenuto nel tempo le connotazioni peculiari, in particolare nella dimensione di fondo (religiosità, in specie il culto mariano). Molte le Accademie del Collegio Sabino che esaltavano le Sabine madri dei Romani, sottolineando come la loro virtù si accompagnava al piacente aspetto e che ancora nei tempi moderni le donne Sabine onoravano le loro ave “di bellezza ornate e di virtù”.
Foto 2 – Cartolina con foto tratte da “Le Guide delle Ferrovie dello Stato. Touring Club Italiano, 1907-1908
Anche la Ferrovia del Centro Italia fu occasione di conferma di ciò. Infatti, quando nell’ ottobre del 1883 si inaugurò la linea Terni-Rieti-L’aquila, i giornalisti che a Rieti fecero breve sosta “notarono la speciale avvenenza delle donne di Rieti e nei rispettivi giornali ebbero per esse lusinghiere parole” (Osservatore Romano 20 febbraio 1883). Detta Ferrovia ha trovato vari spazi per la sua maggiore notorietà acquisita con il primo posto nel Lazio e in Abruzzo come Luogo del Cuore del FAI 2023. Segnalato a tal fine il contributo dell’impegno dell’Associazione Amici di Rieti.
Foto 3 – Dettaglio Ersilia, Jacques Louis David, Le Sabine, 1794-99, olio su tela, 385 x 522 cm, Parigi, Louvre
Ampia e dovuta considerazione hanno avuto le più venerate Sante Sabine, le germane Anatolia e Vittoria, che compaiono nei mosaici del VI secolo di Sant’Apollinare a Ravenna. Importante la storia di S. Vittoria, che ha anche portato con i Benedettini di Farfa alla formazione del Piceno Farfense e il culto patronale di S. Anatolia, molto sentito nel Turano. La devozione per la Santa ha anche ricongiunto rami di famiglie emigrate negli States grazie all’intermediazione di una cartolina con i parenti di Castel di Tora, luogo d’origine.
Foto 4 – Parete nord, particolare del ciclo pittorico della Sala delle vedute nel Castello di Spezzano. Proprietà del Comune di Fiorano – Foto Lucio Rossi, RCR Parma
Fuori del paese vi è un Convento dedicato a S. Anatolia e il 10 luglio, giorno della festa, si svolge una processione molto partecipata. Si è data notizia dell’esistenza di uno “Stato di Sabina”, rappresentato nella galleria degli affreschi di Cesare Baglioni, pittore dei Farnese, che rappresentano i possedimenti di Marco Pio di Savoia nel suo castello di Spezzano nell’Estense. Lo “Stato di Sabina”, così definito dal cartiglio, comprendeva i castelli sabini di Torricella, Ginestra e Stipes, portati in dote a Marco Pio dalla moglie Clelia Farnese, nipote di Papa Paolo III Farnese. Nell’articolo “Espugnate il Castello di Rigatti”, viene riportato un episodio del 1615 che vede la nobile famiglia de Leoni di Carsoli indotta dalla Corte di Napoli a espugnare il Castello di Rigatti dei Mareri in quanto dava asilo a briganti. Il Castello fu espugnato, ma fu la disgrazia dei de Leoni, che subirono una spietata vendetta. La famiglia de Leoni, tutt’oggi presente in Carsoli, discende direttamente da S. Francesca Romana.
Foto 5 – Trofi M. sec. XVI, Dipinto di Santa Vittoria e Santa Anatolia
PARTE TERZA (2024-2025 a seguire)
Ricorrendo l’anniversario della scomparsa, il 29 marzo del 2024, di Italico Santoro economista, storico, già parlamentare nella X e XI Legislatura, desidero ricordare il caro amico che, avendo conosciuto il Turano, vi elesse la sua residenza del cuore nel Comune di Ascrea. È stato un convinto Sabino d’adozione, perfettamente integrato nella comunità turanense, partecipando agli eventi del Territorio e dedicando alla Sabina parole d’affetto sincero in una nota sulla prestigiosa rivista Nuova Antologia (fondata nel 1866, in continuazione dell’“Antologia” del Vieusseux (Fasc.2308-2023)). Con riferimento agli articoli apparsi in questa “Sezione cultura e il territorio della Sabina” del sito amicidirieti.it, (che ho raccolto nel libro Vaga Sabina, 2022-2024, Mant Design Studio Roma), riassumendo la sua percezione del contesto Sabino, Santoro fa infine suo l’interrogativo che ispira la citata sezione: “dov’è che si ritrova il tratto più autentico della Sabina, con i suoi confini labili e incerti, con le sue storie, i suoi panorami, le sue tradizioni, anche i suoi misteri, insomma quell’atmosfera “vaga” che rende sensibili alla bellezza del territorio e delle opere d’ arte, intrisa insieme di storia, di mito, di cultura ? ”.
Foto 6 – Colle Bomarzo
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