Nazzareno Strampelli e la Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti
A cura di Emanuela Varano

Sin dall’epoca romana, quando il Lacus Velinus venne prosciugato, la piana reatina ha sempre avuto vocazione agricola, contando su un terreno fertile ed una  grande ricchezza di acqua. Ma dobbiamo giungere ai primi anni del ‘900 per assistere a quella che diventerà la vera rivoluzione verde: la sperimentazione sul grano da parte del Professor Nazzareno Strampelli.

Nazzareno Strampelli, nato a Castelraimondo in provincia di Macerata, si stabilì a Rieti all’età di 37 anni quando nel 1903 vinse il concorso per la cattedra ambulante sperimentale di granicoltura. Nel giro di due anni riuscì a produrre 300 ibridi diversi di grano, partendo da una qualità locale il grano Rieti. Il suo obiettivo era quello di aumentare la resa della raccolta per ettaro ed allo stesso tempo abbattere notevolmente quelli che erano i maggior  problemi del frumento: la ruggine ( un fungo che attacca le piante), l’allettamento ( il piegarsi dei fusti ) e la stretta ( il ridursi del chicco dovuto alla siccità). Il Prof Strampelli grazie ai suoi esperimenti riuscì a creare nuove varietà di grani definite “ specie elette ” riuscendo a porre le basi per una nuova agricoltura che portò a grandi risultati durante la Battaglia del Grano voluta da Mussolini nel ventennio del  ‘900, raddoppiando la produzione di grano senza aumentare in proporzione gli ettari coltivati, evitando le carestie che invece colpirono altre regioni europee nello stesso periodo. I successi delle sperimentazioni agrarie reatine vennero dapprima estesi in altre regioni italiane, tra le quali la Puglia con la creazione del grano Senatore Cappelli recentemente riscoperto per le sue alte qualità nutritive e per la sua digeribilità, per poi arrivare in tante parti del mondo, in alcune delle quali si recò anche il famoso genetista, tra queste l’Argentina, il Brasile, la Russia e la Cina.

Nel 1907 la cattedra ambulante venne convertita nella Regia Stazione Sperimentale di Granicoltura, in fabbricati tuttora esistenti nella zona di Campomoro a Rieti. Questo bel complesso è stato abbandonato alcuni decenni fa, ma al suo interno ha continuato a conservate le  migliaia di ampolle ed i documenti delle ricerche del noto genetista. A seguito del terremoto del 2016 è stato dichiarato inagibile e fortunatamente la Collezione Strampelli non è stata danneggiata. A Luglio di quest’anno i preziosi reperti sono stati in gran parte trasferiti a Roma presso il Ministero dell’Agricoltura dove è stata allestita una mostra, inaugurata dai Ministri dell’Agricoltura e della Cultura, e dove resteranno temporaneamente in attesa di poter essere ricollocati a Rieti dopo i restauri dei fabbricati della Stazione Sperimentale di Agricoltura, un gioiello che non solo racchiude una storia importante della nostra agricoltura ma che potrà essere destinato a nuove funzioni contemporanee dedicate alla formazione dei giovani in ambito agricolo ed ambientale.

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