La rappresentazione della Giustizia, da quella umana a quella divina
A cura di Emanuela Varano

Un luogo rappresentativo della Giustizia è ovviamente il Tribunale che a Rieti è situato in Piazza Bachelet; qui nel 2019 è stato realizzato da Gionata Gesi in arte Ozmo, un noto artista contemporaneo, un grande murale che copre una intera facciata del fabbricato. Per gli amanti della street art è una tappa d’obbligo nella visita della città. Il dipinto reinterpreta il Ratto delle Sabine del Gianbologna ponendo sullo sfondo figure ispirate al Giudizio Universale dei fratelli Torresani, un affresco cinquecentesco ubicato nell’Oratorio di San Pietro Martire all’interno della caserma Verdirosi a Rieti.

Il vecchio Tribunale, nel Palazzo Sanizi, si trova non molto lontano da quello nuovo; nella sala delle udienze si può ammirare, chiedendo ai proprietari di visitare il palazzo, una allegoria della Giustizia dipinta dal pittore reatino Antonino Calcagnadoro, un artista dei primi del novecento che ha realizzato molte opere nei palazzi delle istituzioni sia a Rieti che a Roma; di particolare pregio i dipinti della sala consigliare del Comune di Rieti ed il soffitto dell’ingresso monumentale dell’Ospedale San Camillo a Roma.

Infine, la rappresentazione della giustizia divina per eccellenza è il giudizio universale di Michelangelo nella Cappella Sistina di Roma; proprio a questa monumentale ed eccelsa opera si sono ispirati i fratelli Torresani tra il 1552 ed il 1554 quando realizzarono il loro Giudizio Universale nell’Oratorio di San Pietro Martire, una piccola chiesa adiacente a quella di San Domenico ed ora situata all’interno della Caserma Verdirosi. In quest’opera un turbinio di corpi che ascendono al cielo o che vengono traghettati da Caronte verso gli inferi sono sovrastati da angeli che suonano le trombe richiamando gli uomini a sottoporsi al giudizio divino.

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