Foto 1 – Pianara 2010
Il “Cavo curiano” rese possibile la coltivazione di vasta parte della pianura reatina, ma non risolse definitivamente i gravi problemi che per secoli continuarono ad affliggere la città e il contado, periodicamente inondati dalla gran copia d’acqua che caratterizza questi luoghi.
Roberto Marinelli, nel suo “La bonifica reatina”, del 2010, ne ripercorre tutta la storia, dal canale settecentesco di Pio VI, agli impianti idroelettrici del bacino Nera-Velino.
Il 23 dicembre del 1928 nacque il Consorzio per la Bonifica della Piana Reatina di cui fu promotore il principe Lodovico Spada Potenziani.
Nella Piana reatina confluiscono le acque dei monti Sabini e dei Monti Reatini, tra cui le Sorgenti e il fiume Santa Susanna, i fiumi Salto, Turano e Velino. Anche il Fiumarone, emissario del Lago di Ripa Sottile, nei periodi di massima piovosità, invece di far defluire le acque contribuiva a inondare i terreni.
Già nel 1893 l’ingegnere reatino Eugenio Duprè Theseider aveva capito che, per bonificare la parte bassa a settentrione della Piana, sarebbe stato utile scavare un nuovo emissario del Lago di Ripasottile, nel punto più stretto fra il Fiumarone ed il Velino, costruendo un ponte a due cateratte con paratoie facilmente manovrabili per aprire un collegamento fra il lago e il fiume che è più basso di oltre un metro e mezzo.
Nel 1905 iniziò l’escavazione del nuovo emissario, con un ponte a chiavica all’imbocco del Velino e l’ampliamento del Canale della Vergara che mette in comunicazione Lago Lungo e Lago di Ripasottile.
Foto 2 – Pianara, primi del Novecento
Nel 1934 iniziò lo scavo di un canale per deviare una parte del fiume Santa Susanna, liberando la zona più depressa della Conca reatina dal continuo impaludamento. Il canale, lungo 9.350 metri doveva essere allacciato anche al Fosso di Rivodutri. L’intervento produsse anche l’abbassamento del livello dei laghi.
Con il canale artificiale si ridusse la quantità d’acqua che confluiva nel lago di Ripasottile e, attraverso il Canale della Vergara, che funge da vaso comunicante, venne ridotta anche la quantità d’acqua che si riversava nel Lago Lungo. Nei tempi di siccità le Sorgenti di Santa Susanna sarebbero state in parte convogliate nei laghi per mantenerne sempre costante il livello e il ricambio delle acque.
Nel 1937 vennero eseguiti i lavori per installare l’impianto idrovoro del Lago di Ripasottile, le cui pompe sarebbero state azionate con l’energia elettrica prodotta alle cascate delle Marmore, dalla Società Terni. In questo modo l’emissario del Lago di Ripasottile, il Fiumarone, venne trasformato in canale di scolo delle acque eccedenti.
Nel 1940 fu predisposto il progetto di massima per l’irrigazione della Piana Reatina e completata la costruzione del nuovo emissario del Lago Lungo e del Lago di Fogliano. Nello stesso anno furono acquistate le pompe idrovore, macchinari dotati di una tecnologia d’avanguardia di grande efficienza.
Nel 1944 i tedeschi trafugarono le pompe e i motori dell’idrovora del Lago di Ripasottile, ma il Principe Potenziani, alla fine della guerra, si impegnò personalmente nella ricerca e poi nel recupero dei preziosi macchinari che erano stati portati a Jena, in Turingia.
Il 6 dicembre 1952 venne stipulata la convenzione fra il Consorzio di Bonifica e la Società Terni che si impegnava a risarcire i coltivatori della Piana Reatina per i danni causati dagli impianti idroelettrici di Marmore e Piediluco che causavano periodici innalzamenti dei laghi. La Terni inoltre si impegnava a garantire l’energia elettrica necessaria per l’idrovora di Ripasottile.
Foto 3 – Pianara 1929
L’impianto idrovoro di Ripasottile regolarizza il deflusso delle acque nella parte più depressa della Conca Reatina. Il funzionamento dell’impianto doveva essere strettamente connesso al sistema idroelettrico di Piediluco e Marmore e divenne pienamente efficace solo dopo la realizzazione dei bacini artificiali del Salto, del Turano e dell’Alto Velino, insieme alla captazione delle acque delle Sorgenti del Peschiera.
Nel 1961 il Consorzio di Bonifica realizzò le canalizzazioni delle acque basse della Piana Reatina, con la funzione di raccolta e scolo nel Lago Lungo, unito al Lago di Ripasottile dal Canale della Vergara. I canali furono realizzati in terra per uno sviluppo di oltre sessanta chilometri.
Nel 1966 venne costruito il canale di sinistra del Velino, sul modello del Canale di Santa Susanna. Il canale, che inizia in località Monticchiolo presso Contigliano, è pensile, lungo circa otto chilometri, quasi tutto in terra, e termina nel Velino all’altezza di Reopasto.
Nel 1970 entrò in esercizio l’impianto irriguo della Piana Reatina, completato dal Consorzio nel 1964. L’impianto utilizza l’acqua del Velino per 4.500 litri al secondo, prelevata per mezzo di un impianto situato alla Giorlandina.
Nel 1993 a Reopasto venne realizzato un altro importante impianto idrovoro. In caso di piena del Velino, nella vasca di raccolta, confluiscono anche tutti gli altri canali che, in periodi normali, invece si riversano direttamente nel Velino.
Ancora oggi l’equilibrio delicato fra natura naturale e natura artificiale trova negli interventi di bonifica e coltivazione della Piana reatina un felice esempio di antropizzazione della natura, che va custodito e salvaguardato per tramandarne la bellezza e l’utilità.
Noi italiani siamo talmente immersi nella bellezza da non vederla più, siamo come anestetizzati. Così abbiamo demolito quando non era necessario, costruito dove non si poteva, imbellettato senza rispetto e considerazione per il passato, quando bastava restaurare. Ricordiamo le parole illuminanti e ironiche di Indro Montanelli: “L’Italia è una signora elegante, non una pin up da pasticciare col trucco”, in: Attraverso l’Italia del Novecento, Touring Club Italiano, 1999.
Votiamo il nostro Luogo del Cuore: La Riserva dei Laghi Lungo e Ripasottile.
https://fondoambiente.it/luoghi/riserva-naturale-dei-laghi-lungo-e-ripasottile?ldc
Foto 4 – La pianara del 2010
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