Foto 1 – Il Guerriero di Capestrano rappresentato nel gonfalone della Regione Abruzzo
Ovviamente i 90 anni sono riferiti alla scoperta da parte di chi, scavando nel suo terreno, in territorio Vestino, si è imbattuto in quella che è stata definita la statua più celebre della civiltà italica. La sua immagine iconica ha recentemente meritato di apparire come simbolo identitario nel gonfalone della Regione Abruzzo. In precedenza la Regione Marche aveva adottato come proprio simbolo identitario il picchio (uccello sacro a Marte) che secondo la tradizione condusse un ver sacrum sabino alla fondazione di Ascoli Piceno e quindi alla diffusione nel proprio territorio della popolazione picena.
La statua si fa risalire al VI secolo a.C. ma il mistero circonda ancora questo personaggio immediatamente affermatosi come “Il Guerriero di Capestrano”, in quanto rinvenuto nell’area di una necropoli dell’antica Aufinum, città dei Vestini, nei pressi di Capestrano. Per quanto oggi noto, il Guerriero potrebbe costituire un contributo di sintesi nella complessa presenza e interrelazione dei popoli dell’Italia centrale, a tutt’oggi sfuggente agli studiosi. Ne dà testimonianza il recente Fontes Antiqui Sabinorum di cui si è dato riscontro ultimamente nel nostro sito, in cui nei vari contributi introduttivi alle Fontes si avverte e ribadisce che le origini dei Sabini rimangono in qualche modo oscure e controverse.
E il Guerriero rinvenuto nel 1934 con i reperti, in particolare le tre steli con iscrizioni, che hanno visto la luce nel 1974 in Penna Sant’Andrea (Teramo), può porsi come motore di ricerca per orientarsi sulla storia delle popolazioni del Centro Italia e dei Sabini in particolare. Nelle iscrizioni di Penna Sant’Andrea appare ripetutamente una pertinenza etnica SAFIN termine che indica indifferentemente i Sabini e i Sanniti. Adriano La Regina molto e autorevolmente si è occupato del Guerriero, contribuendo alla ricostruzione storica e alla traduzione dell’iscrizione della statua, che dopo la scoperta delle iscrizioni di Penna è pervenuto a leggervi la dedica a Nevio Pompuledio. Saremmo in presenza di un re sabino “e se non è Numa Pompilio (tesi che avanzò la rivista National Geographic) è certamente un cugino”, così La Regina ha chiuso sul tema nella relazione presentata al Convegno “Il Guerriero di Capestrano fra Italici Etruschi e l’Europa/Contesti e Modelli”.
Foto 2 – Locandina del convegno “Il Guerriero di Capestrano fra Italici Etruschi e l’Europa/Contesti e Modelli”
Il Convegno si è svolto il 28 settembre 2024 presso il museo archeologico di Chieti dove il Guerriero è esposto nella sala allestita da Mimmo Paladino che ne ha colto ed esaltato il particolare fascino. L’iniziativa è stata promossa dal Museo Archeologico Nazionale di Chieti, come si legge sul programma, in occasione dei 90 anni dal ritrovamento per festeggiare la ricorrenza durante le Giornate Europee dedicate al “Patrimonio in cammino”.
L’incontro ha considerato anche i modelli scultorei preromani “che hanno inteso onorare la memoria di personaggi di rango nella società sabellica, picena, etrusca e altre ancora nell’Italia antica, così come nei siti centro europei interessati dalla cultura celtica, come Hirshlanden o Glauberg […] una riflessione sulle vie di comunicazione, le connessioni e le reti di scambio di idee e di maestranze che hanno contribuito a formare il patrimonio figurativo e identitario delle culture preromane”. I numerosi interventi di qualificati studiosi, che hanno dato importanti contributi e un alto livello d’approfondimento, confermano quanto sia stato importante il ritrovamento del Guerriero per l’avanzamento della conoscenza della cultura e della storia sociale dei popoli, secondo la più recente definizione condivisa, definiti paleosabellici; sempre con riserva di ulteriore evoluzione tanti sono gli studi e i rinvenimenti dai numerosi scavi recenti e in corso. Si è accennato alle iscrizioni delle steli di Penna Sant’Andrea, ritenute eccezionali testimonianze dell’origine sabina di queste popolazioni tra cui “questo i Sabini eressero qui […] il dono comunità dei Sabini a Tito […] per il quale questo è il luogo di celebrazione”.
Ma il cammino è lungo e di grande impegno, districandosi tra datazioni da armonizzare e relazioni da chiarire: Sabini, Piceni, Vestini, Sanniti e tanti altri. Ma oggi rendiamo omaggio al Guerriero di Capestrano, che proprio nel suo compleanno deve anche combattere un’ultima battaglia con chi ne contesta l’autenticità presso il Tribunale Amministrativo di Pescara. Comunque il Guerriero merita le celebrazioni e, dunque, chiamiamo a convivio gli altri guerrieri con cui già si è rapportato sia nel Piceno che in Germania (i Guerrieri di Hirschlanden e di Glauberg) con la loro similare enigmaticitá. E altri nuovi convitati, i Giganti di Mnt’e Prama in Sardegna, più recentemente apparsi sulla scena nella primavera del 1974, anche loro durante lavori agricoli, peraltro i più antichi risalenti al IX secolo. Qualche studioso ha trovato affinità figurative con il Guerriero e si prevedono sviluppi sinergici. Anche i guerrieri sardi hanno trovato forti consensi identitari nell’Isola che li ha promossi già in giro per l’Europa e a New York e si prospetta un gemellaggio tra i Giganti e i Guerrieri di Xi’AN, scoperti lo stesso anno, nel 1974.
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