Domenica 5 giugno nella Chiesa Collegiata di San Michele Arcangelo in Contigliano, in occasione della presentazione del libro di Gilberto Rocchi “Rimembranze ai tempi del Corona-virus e storie tra mito e realtà”, si è esibito il Coro G. Ottavio Pitoni di Rieti: per molti una notevole “scoperta”, che ha reso più ricca la serata patrocinata dal Comune di Contigliano.
La pagina facebook del gruppo recita:
“Coro polifonico che nasce con finalità ricreative e con un positivo impegno, spirito di amicizia e solidarietà fra tutti i cantori. Lo scopo principale è lo studio e la divulgazione del repertorio polifonico classico tra persone che amano la Musica”.
Vanno così in onda brani scelti in particolare fra i secoli XVI e XIX – ispirati dal Maestro Direttore del Coro Lucio Ivaldi: diplomato in Composizione, Musica Corale, Pianoforte e Didattica della Musica, laureato in Filosofia, è autore di composizioni di musica vocale e strumentale e scritti musicologici; ha fondato ed opera con diversi gruppi, oltre al Coro G. Ottavio Pitoni di Rieti: il Coro Polifonico Diego Carpitella, il Coro Symphonia, il Consort Vocale Diapente.
Ha organizzato rassegne e partecipato a concerti in Italia e allʼestero – in particolare con la sua opera recente, “The Birth of Color”; e con vari brani per la didattica musicale e per cori di voci bianche.
Come direttore di coro partecipa a diverse stagioni di opere liriche con vari enti, e inoltre alla lavorazione dellʼenciclopedia discografica “KZ Musik” – per l’ILMC (Musica composta nei campi di concentramento 1933-1945).
È direttore artistico dellʼAssociazione “Pittura Musicale”, per la quale svolge attività artistica e divulgativa per la promozione della musica rinascimentale e barocca; Insegna Direzione di Coro presso il Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone.
Su questa base di grande professionalità e sensibilità artistica, il Coro G. Ottavio Pitoni di Rieti – nato nelle prime settimane del 2020, immediatamente prima della tormentata stagione pandemica, cerca nuove voci in un percorso di crescita – non soltanto quantitativo, come è ben scritto nel post inaugurale sulla pagina facebook:
“Un nuovo Coro a Rieti?
Si, perché quando ti prende la gioia di cantare non ti abbandona più, cantare in un Coro ha un’importanza molto profonda, significa condividere le proprie vibrazioni.
Cantare in un coro è una forma di nutrimento, ci si nutre delle energie altrui, non è il semplice cantare. L’ascolto dell’altro è alla base del canto corale e in generale del fare musica insieme, significa imparare ad ascoltarsi l’un l’altro …
Insieme a chi abbiamo intrapreso questo viaggio? Con il maestro dei maestri – Lucio Ivaldi – docente di direzione corale e profondo conoscitore dell’animo umano.
Ora abbiamo bisogno proprio di voi cari cantori vagabondi, che passando da un Coro ad un altro avvertite sempre la mancanza di quella cosa: La gioia di Cantare …”
Prima di raccogliere e fare nostro questo appello a partecipare, è opportuno soffermarsi sull’attributo sopra-indirizzato al Direttore Ivaldi: “maestro dei maestri” è infatti – anche la definizione data a Giuseppe Ottavio Pitoni (Rieti, 18 marzo 1657 – Roma, 1º febbraio 1743), compositore, definito dal musicologo Siegfried Gmeinwieser «la massima espressione del barocco polifonico romano»: dedichiamo al Pitoni altro articolo della nostra rassegna – ma nel nome del musicista reatino di età barocca vi è tutto il senso e la profondità della sfida intrapresa dal Coro a lui intitolato; oltreché il percorso musicale prescelto, evidentemente ispirato alla produzione sei-settecentesca.
Per tutte queste ragioni di grande bellezza e suggestione, ci aggiungiamo all’appello pubblico – invito alle “audizioni del Coro G. Ottavio Pitoni per coristi … Non si richiedono requisiti specifici, ma solo un livello minimo di intonazione, la disponibilità a partecipare alle prove settimanali e tanta passione …
“Il repertorio attualmente in fase di studio prevede brani di polifonia classica, con escursioni e ampliamenti stilistici che vanno dalla Lauda Medievale alla musica contemporanea”: delineandosi in tal modo, anche il programma artistico del Coro, dalle arie e intonazioni dei secoli trascorsi alle proiezioni contemporanee e future.
Grazie dunque, per questa esperienza di musica e d’arte in costruzione – che vivifica il passato e ci introduce ai tempi nuovi dell’espressione corale.

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