Castel di Tora, Colle di Tora
A cura di Claudia Cattani

Castel di Tora

Castel di Tora(m.800) e’ un luogo dalla bellezza naturale incontaminata facente parte della Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia e compreso tra i “Borghi più belli d’Italia. Questo luogo affascinante viene menzionato la prima volta nel 1035 nei documenti dell’abbazia di Farfa in cui si legge della sua origine come incastellamento nei primi anni del Mille. Prima longobardo, poi dell’abbazia di Farfa, Castelvecchio (questo era il suo nome fino al 1864) insieme a Castrum Antuni (attuale Monte di Tora, frazione di Castel di Tora) e Collepiccolo (oggi Colle di Tora) vede il passaggio sotto le piu’ grandi famiglie della signoria i Brancaleoni e i Mareri, poi confiscato da Federico II di Svevia ed annesso allo Stato Pontificio e per infine passare agli Orsini e Borghese, che rinunciarono alla feudalità il 12 ottobre 1816, analogamente per Colle di Tora al tempo appodiato. Castel di Tora oggi vanta apprezzata sagra della polenta e il 10 di luglio si svolge importante celebrazione della Santa Patrona Anatolia che viene portata in processione fino all’omonimo Convento oltre il ponte di cui si dirà a breve.

Antuni, nel basso medioevo appartenne ai Brancaleone e, successivamente, ad altri feudatari passando a fine settecento ai Gentili che il 25 ottobre 1816 rinunciarono ai diritti feudali. I possessi furono venduti nel 1826 ai principi del Drago che intervennero con importanti modifiche sul palazzo ricco di affreschi, scalinate e “dalle 365 finestre come i giorni dell’anno”. Antuni nel 1832 ottenne il riconoscimento di Principato da Papa Gregorio XVI titolo in capo tutt’oggi ai Del Drago principi di Antuni, palazzo storico a via Quattro Fontane, mentre la proprietà e’ del Comune di Castel di Tora. Purtroppo nel 1944 il paese fu bombardato e in parte distrutto dagli americani, per errore di tiro essendo bersaglio il ponte, e dopo qualche anno si spopolo’ ed anche il palazzo andò in rovina. A seguito di interventi di restauro oggi e’ sede museale e di importanti attività turistico culturali. Interessante, anche se percorso disagevole, la Grotta del SS. Salvatore con affresco del XVII sec. dipinto dall’eremita  Cristoforo che l’ha firmato.

Attraversando il ponte si giunge, sempre nel territorio di Castel di Tora, al convento di S. Anatolia di cui si è accennato. Il Convento costruito su precedenti edifici fu acquistato agli inizi del secolo scorso dai Padri del Pontificio Collegio Greco che lo adibirono dopo restauri a soggiorno estivo dei loro seminaristi fino agli anni settanta. E così all’interno si può ammirare una notevole iconostasi di pittore rumeno che separa il presbiterio dalla navata, con figure a fondo d’oro di Santi tra cui la Patrona. Durante i lavori che interessarono l’edificio furono rinvenuti vari reperti, da tempo dispersi, tra cui un’iscrizione dedicata a Caracalla. Il Convento è attualmente della Diocesi di Rieti e viene aperto per ospitare per una notte la statua della Santa che viene portata in processione solenne dalla parrocchiale di Castel di Tora dove, sempre in processione, tornerà il giorno seguente.

Foto Gallery Castel di Tora, Colle di Tora, Antuni, S. Anatolia
Foto di Giacomo Nicolò

Colle di Tora

A pochi chilometri dal Convento troviamo Colle di Tora(m.542) una lingua di terra che galleggia sulle acque, un piccolo gioiello proteso sul lago del Turano. Questo borgo di origine romana, sorgeva sulle rive del fiume Tora e fino al 1864 era chiamato Collepiccolo ed è stato appodiato di Castel di Tora fino al 1948, quando é  diventato Comune autonomo.

Si pensa che sorga  nell’area della citta’ chiamata Tora che viene ritrovata nei testi dell’antichita’ tra i quali quello dell’autore Dionigi d’Alicarnasso che riferisce qui vi fosse il culto di un oracolo.

Nel 1930 con la creazione del bacino idroelettrico, il lago artificiale del Turano, il paese e’ stato soprannominato per la sua rara bellezza la “Piccola Svizzera”, sebbene cambiera’ l’assetto della popolazione agricola a vocazione turistico commerciale. I terreni fertili, infatti, furono sommersi e raccontano che l’ultima vendemmia fu fatta con le barche. Scomparve così anche parte antica del paese con il palazzo Borghese e il cimitero. Oggi il borgo incanta i suoi visitatori con vicoli pittoreschi, scorci mozzafiato sul lago con i riflessi delle luci della sera e le montagne verdi all’orizzonte. Famoso poi il “fagiolo a pisello” prodotto molto richiesto che cresce solo in zona e primeggia nell’ottima cucina locale di buoni ristoranti, alcuni specializzati nel pesce di lago e tartufi.

Il paese come il territorio limitrofo appartenne, per primarie famiglie, ai Brancaleone, agli Orsini del ramo di Bomarzo nel XV secolo, e poi ai Borghese nel XVII secolo cui si deve l’edificazione della chiesa di San Lorenzo, fino alla cessazione della feudalita’ per rinuncia del Principe Camillo Borghese il 12 ottobre 1816.

Quanto al risalente antagonismo tra collepiccolesi e castelvecchiesi, cosi ancor oggi continuano a chiamarsi i rispettivi abitanti, si ricorda una radicata contumelia tra le piu’ incisive “pozza piglia’ moglie a Castervecchiu”. Possiamo dire che trattasi di scherzoso folklore considerando varie famiglie “miste” felicemente unite e con bella prole. Per chi volesse approfondire si consiglia il poderoso e puntuale “Colle Piccolo e la valle del Turano” dello storico locale Pietro Carrozzoni che, tra l’altro, ha anche pubblicato una ricerca sugli antichi centri abbandonati e di cui restano labili tracce, dai nomi di suggestiva memoria: Bulgarette, Mirandella, Roccasalce, Castrum Pizi, Aqua Meza…. Di grande interesse paesaggistico per gli escursionisti.

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