Arriva dal reatino l’acqua che disseta Roma
A cura di Emanuela Varano

Roma è l’unica capitale europea dove si beve in gran parte acqua sorgiva, e questo grazie all’acquedotto che dalle sorgenti del Peschiera e dalle sorgenti delle Capore, in provincia di Rieti, porta l’80% del fabbisogno di acqua potabile nella capitale. 

Il territorio di Rieti è ricco di acque: fiumi, laghi e sorgenti caratterizzano il paesaggio. Sin da epoca romana le acque minerali erano note per le loro proprietà terapeutiche e gli imperatori della Gens Flavia amavano soggiornare a Cotilia, ove avevano costruito le loro terme per godere dei benefici delle acque solfuree, proprio vicino a dove sgorgano le sorgenti del Peschiera. Nel comune di Cittaducale,   è possibile visitare le Terme di Vespasiano  e nel comune di Castel Sant’Angelo la villa di Tito.

DAll’interno del Monte Nuria, nel comune di Cittaducale, vengono captate le acque del Peschiera che attraverso un acquedotto lungo 86 chilometri, si uniscono a quelle delle sorgenti delle Capore, sempre in provincia di Rieti, e giungono dopo 18 ore di viaggio purissime a Roma. L’acqua scorre a pelo libero, come negli acquedotti dell’antica Roma, e grazie alla pendenza naturale arriva a Roma con pochissimo dispendio di energia, infatti, i sistemi di pompaggio sono ridotti al minimo.

La prima progettazione dell’acquedotto risale al 1909, ma la sua realizzazione è del 1937, ma negli anni ha avuto varie implementazioni sino al 1980. La fontana del Peschiera a Piazzale degli Eroi a Roma in zona Trionfale è la mostra di questo acquedotto.

 

 

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