Questa è la notizia: la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale ha commissionato, con inizio lavori 27/5/2024, ad un’impresa di restauro i lavori a Bomarzo che riguardano anche la nostra sala. Aderendo alle suggestioni misteriche-esoteriche-astrologiche del Sacro Bosco, osserviamo che ricorre giusto un decennio dal convegno in cui si è data notizia della scoperta. Tempo è passato in quanto, capita, la ditta che a suo tempo eseguì interventi nel Palazzo, al termine dei lavori rimbiancò le pareti e si entrò in sospensione di memoria. Ma il ricordo dell’esistenza degli affreschi non è andato perduto anche per l’interesse dello scopritore recentemente scomparso, Fabiano Tiziano Fagliari Zeni Buchicchio, ispettore onorario per i beni culturali della provincia di Viterbo, che anche su Bomarzo ha dato notevoli contributi e che colse immediatamente il riferimento turanense di Collepiccolo prima che tornasse sotto scialbo e ci informò, noi amici cultori della zona, consentendoci di acquisire foto che testimoniavano gli affreschi e di organizzare il convegno del 2014 cui lui partecipò con una documentata relazione di alto spessore.
Con un articolo dal titolo “Storia di un affresco del XVI secolo Colle di Tora e gli Orsini di Bomarzo” sulla rivista “Lazio Ieri e Oggi” del gennaio 2015, a firma Aroldo e Nicola Marchetti, da cui abbiamo tratto notizie e a cui si rinvia per gli approfondimenti storici, artistici e per la bibliografia d’interesse, la scoperta dell’affresco venne resa nota non solo come più antica rappresentazione di Colle Piccolo, ma anche come più risalente rappresentazione dei castelli turanensi dipinti nel castello di Rocca Sinibalda (inizio ‘600). Detto articolo viene citato da Roberto Lorenzetti nel suo poderoso trattato storico cartografico documentale di immagini; annota che “nel Palazzo Baronale Orsini di Bomarzo è recentemente apparso un affresco raffigurante il centro di Collepiccolo (Colle di Tora). L’affresco è pressoché illeggibile ma non è escluso che ulteriori indagini possano far emergere raffigurazioni degli altri centri sabini appartenuti agli Orsini come Montenero, Castelvecchio (Castel di Tora), Mompeo”.
La profezia si avvera. Ma sarà poi interessante effettuare ulteriori studi comparativi sugli affreschi castellani sempre della fine del ‘500 di Torricella e Ginestra, che costituiscono con Stipes, scomparso, lo “Stato di Sabina” nella galleria delle carte geografiche del Castello di Spezzano voluta da Marco Pio di Savoia, come sopra esposto e ad oggi non citati dalla storia locale. Su detti affreschi costituenti “lo Stato di Sabina” si rinvia al corrispondente articolo scritto su questa rubrica nello scorso ottobre. Per concludere con Bomarzo e Collepiccolo, viene da chiedersi se la rappresentazione di Collepiccolo con i signori Marzio e Porzia rimase visibile o fu velata quando Maerbale Orsini, loro figlio, nel 1634 vendette il feudo al principe Marcantonio Borghese. E quale fu la sorte dell’affresco quando il palazzo fu acquistato con il Sacro Bosco nel 1645 dal duca Ippolito Lante Della Rovere? Singolarità finale, i Borghese acquistarono il palazzo di Bomarzo nel 1836 provvedendo agli affreschi tutt’oggi visibili, rappresentanti i castelli di Mugnano, Chia e Attigliano. E Collepiccolo?
Per tornare al convegno del marzo 2014 e ai decennali, dopo quello della riemersione degli affreschi, si ricorda che fu presentato nell’occasione anche il restauro dell’edicola del Buon Pastore cara alla devozione dei collepiccolesi. A tal riguardo, dall’archivio personale dell’autore l’Artista Angelucci, le eredi esposero il bellissimo cartone del Buon Pastore in cui si vede anche un serpe che si allontana con altri dettagli, non riportati nell’affresco, della piena arte dell’Angelucci. Altra coincidenza, a dieci anni dal convegno venne data notizia che le opere del pittore Angelucci, commissionate nel 1939 per la decorazione del soffitto della sala consiliare e mai esposte, sarebbero tornate al Comune grazie alla donazione della figlia.
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