Il Trattato del 1840 non portò bene ai contraenti poiché anticipò la fine a breve dei due Stati, “confine labile e fuori tempo”. Il confine preunitario fu ultimo a cadere il 20 settembre 1870. Ma osservava Marinelli che la seria apposizione di quei ceppi non fu poi vana, costituendo comunque un riferimento per i posteri laddove occorresse maggiore attendibilità su questioni pure rilevanti come, citando lo stesso Marinelli, stabilire con maggior fondamento i confini di intervento della Cassa del Mezzogiorno a Cittaducale.
La definizione dei confini d’altra parte fu preceduta da una importante produzione di carte geografiche commissionate a esperti che si avvalsero di nuovi strumenti per le necessarie rilevazioni. E, come ha comunicato il Colonnello Alba, il motto dell’iniziativa è “lascia accesa la tradizione per il futuro”, vale a dire considerare la linea con i ceppi come una significativa punteggiatura della Storia. Va data dunque qualche breve informazione sui cippi anche perché il tema, che ha destato molto interesse, sarà ulteriormente approfondito il prossimo 21 novembre in un importante convegno promosso dall’ Istituto per il Risorgimento, sezione di Rieti, di cui pubblichiamo la locandina, intitolato “I Confini Stato/Regno, Convegno di studi storici sul confine dello Stato Pontificio con il Regno Delle Due Sicilie” con relatori di alto livello.
I cippi installati, secondo la conformità del terreno e nei punti d’ interesse, furono circa 686, numerati progressivamente per oltre 300 km, dal Tirreno, canale di Canneto, Terracina, cippo n.1, all’Adriatico alla foce del fiume Tronto presso San Benedetto, avendo lo stemma regio dalla parte che guarda il Regno e il simbolo Pontificio delle chiavi dalla parte rivolta allo Stato. Il territorio del reatino interessato riguarda la valle del Turano, i monti Carseolani, la valle del Salto, l’agro ed i monti Reatini. Per quanto riguarda i confini del reatino dovrebbero essere interessati i cippi numerati dal 442 al 454, ma le collocazioni originarie potrebbero non coincidere esattamente. Il riferimento di più immediata utilità è l’“INDICE DELLE COLONNELLE LAPIDEE ADDITANTI LA LINEA DEL CONFINE TRA LO STATO PONTIFICIO ED IL REGNO DELLE DUE SICILIE”, pubblicato dalla Stamperia Reale in Napoli il 15 aprile 1852.
Ogni cippo alla testa aveva il suo numero e una linea retta o angolare che indicava la direzione del confine con riferimento al precedente e al successivo termine. Si pensò di dotare ogni cippo di una medaglia testimone deposta in una scatola di legno interrata sotto il cippo, con lo stemma di Ferdinando II e quelli di Gregorio XVI e del regnante Pio XI, di cui rimangono solo pochi esemplari. Infine, quanto il tema sia di diffuso interesse lo testimoniano le numerose iniziative che si registrano lungo tutto il territorio confinario per iniziativa di associazioni culturali, le sezioni del CAI, il WWF, Enti Parco e gli Enti locali, le Provincie, le Regioni interessate (Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche) e i circa 90 comuni lungo il confine. Si può immaginare e auspicare che si pervenga a un comune e condiviso impegno di tutti al riguardo, considerando l’importanza non solo storica di questa tematica.
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