Il 21 ed il 22 marzo ricorrono la Giornata Internazionale delle Foreste e la Giornata Mondiale dell’Acqua, Rieti e Greccio insieme e Viterbo ospiteranno il convegno Foreste Acqua Vita , di due giorni, organizzato dal Comando Carabinieri Forestali del Lazio e dall’Università della Tuscia.
La prima giornata si svolgerà a Viterbo presso il Rettorato dell’Università della Tuscia il 21 marzo, la seconda giornata il 22 marzo ci sarà una passeggiata guidata dai carabinieri Forestali a Greccio a Fonte Lupetta ed un incontro nel paese di Greccio, il pomeriggio a Rieti presso l’ex Chiesa di San Giorgio vi saranno vari interventi sul tema.
Le due giornate sono state istituite dalle Nazioni Unite ed hanno il Patrocinio dell’UNESCO. La vicinanza dei due temi: foreste ed acqua, non è solo legata alla successione temporale dei due giorni a loro dedicati, ma credo rappresenti benissimo l’inscindibile legame tra queste due realtà: non c’è vita senza acqua e non c’è vita senza l’ossigeno in parte rigenerato dalle piante.
Il territorio reatino ben rappresenta il mondo delle foreste e quello dell’acqua. Le foreste si estendono sui fianchi dei monti che circondano la valle di Rieti, dal monte Terminillo con le sue faggete vetuste, ai monti del Cicolano e delle zone di Antrodoco con i castagneti secolari, alle pendici di Greccio e Fonte Colombo dove grandi lecci circondano i santuari francescani. Anche l’antico Lacus Velinus prima che i romani nel 300 a.C. lo bonificassero aveva zone boscose e foreste intercalate con le zone palustri, nelle zone ricche di acqua ancora oggi vegetano numerose piante acquatiche ed alberi tipici delle aree vicine ai fiumi e laghi , quali i salici ed i pioppi. Ma forse è l’acqua l’elemento che maggiormente ha plasmato il paesaggio: dal fiume Velino che con un percorso serpeggiante scivola veloce nella piana dopo aver raccolto l’acqua dei monti della sua vallata, al fiume Turano che provenendo dal bacino artificiale che porta il suo nome dopo aver lambito la città di Rieti si congiunge al Velino presso Terria, al fiume Salto
anch’esso regolato dal bacino artificiale omonimo che si dirige verso Rieti a raggiungere il Velino. I laghi artificiali quali quelli del Turano e del Salto si aggiungono a quelli naturali di Piediluco e Lungo e Ripasottile oltre a numerosi e più piccoli laghetti.
Tutto questo insieme di fiumi, laghi, sorgenti rende queste zone uno dei bacini idrografici maggiori d’Europa e dà la possibilità a Roma di avere attraverso l’acquedotto del Peschiera abbondante acqua potabile sorgiva, come abbiamo già illustrato in un articolo del nostro sito Arriva dal reatino l’acqua che disseta Roma.
L’uomo sin dall’epoca romana ha cercato di plasmare nel reatino lo scorrere delle acque sia con la grande realizzazione della cascata delle Marmore, sia con la costruzione di canali di bonifica e dighe per realizzare laghi artificiali e regolare il flusso delle acque, al fine di produrre energia ed evitare gli allagamenti delle piene.
Tutto questo lavoro condotto attraverso i secoli ha fatto si che si creasse un paesaggio agrario di pregio descritto in un precedente articolo La piana reatina tra laghi preistorici e terre coltivate.
Con questo convegno è possibile congiungere eventi globali quali quelli delle giornate istituite dalle Nazioni Unite con attività locali che danno la possibilità di vedere da vicino le realtà legate a questi temi universali.
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