Il 13 giugno è la festa liturgica di Sant’Antonio di Padova, potete trovare nella sezione Luoghi di Culto a cura di Ileana Tozzi la descrizione della devozione al santo.
Qui vorrei ricordare i molti avvenimenti che accadono in città in questo periodo.
Si inizia giorni prima nel preparare tutto quanto necessario: le pie donne vestono il bambinello poggiato su una mano del santo con una piccola tunica ricamata accuratamente stirata, coprono la statua del santo con gli ori, collane, bracciali e spille ricevute in dono dai fedeli, le cererie iniziano a vendere i ceri che le donne vestite di nero porteranno durante la processione, si prepara quanto necessario al pane di Sant’Antonio, e molti altri preparativi si susseguono.
Finalmente il 13 giugno la statua del santo viene esposta in chiesa, quest’anno a Sant’Agostino visto che la tradizionale chiesa di San Francesco è sotto restauro, ed iniziano i vari eventi con le sante messe che si concludono con la distribuzione del pane di Sant’Antonio.
Nei giorni a seguire un innumerevole lista di conferenze, funzioni religiose, fiere mercato, concerti, mostre d’arte, spettacoli teatrali e cene di raccolta fondi, il tutto sotto la regia attenta della Pia Unione di Sant’Antonio di Padova a Rieti in collaborazione con il vescovo.
Ed infine quest’anno domenica 3 luglio ecco la tradizionale processione dei ceri, la manifestazione più partecipata dalla cittadinanza: qui i portatori porteranno la statua del santo attraverso un lungo tragitto che si snoda nella vie cittadine per oltre tre ore, passeranno su una guida rossa e tappeti di fiori e semi che disegnano figure e simboli lungo il cammino, seguiranno la processione il vescovo, molti prelati, i militari, le autorità civili con in testa il sindaco con la sua fascia tricolore, i gonfaloni dei vari comuni del reatino, le varie confraternite ed infine le donne vestite di nero ognuna delle quali porterà il suo cero acceso per tutto il percorso in segno di gratitudine per le grazie ricevute dal santo.
Il detto “se questa cosa mi va bene porto un cero a Sant’Antonio” deriva da questo? Credo di si e visto il gran numero di ceri portati in processione ogni anno si può proprio dire “Viva Sant’Antonio”!
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